RIORDINO DELLA SANITA'  

NO A UNA REVISIONE A BENEFICIO DEI SOLITI NOTI.........

NO A UNA REVISIONE A BENEFICIO DEI SOLITI NOTI


Ancora una volta, con le nostre divisioni, dimostriamo di appartenere ad un territorio che non sa fare squadra, che di fronte ai problemi sceglie sempre la via della rottura anziché quella di sorreggersi a vicenda. Una parte pensa sempre di essere più forte dell’altra e che se, qualcosa va tolto, tocchi sempre all’altro. L’ultimo episodio certificante questo assunto è quello del tavolo provinciale sulla sanità. E il nostro litigare ci presenta debolissimi ai tavoli regionali, facendo buon gioco di chi veramente invece pensa di fare economia sulle spalle dei più deboli. Il grado di unità dei territori veronesi, padovani e anche trevigiani consente loro di essere compartecipi dei sacrifici sempre dopo di noi. E allora noi pensiamo che la discussione sulla riorganizzazione della Sanità provinciale debba essere affrontata con la serenità e consapevolezza necessarie in questi casi. Il che significa non arroccarsi in arcaiche chiusure, ma neanche pensare che il maggior risparmio possa avvenire con provvedimenti che in qualche maniera cambino semplicemente gli assetti provinciali. Ciò che stride a livello regionale è la distribuzione dei presidi nel territorio, dove si va da una provincia, Belluno, con un a struttura ogni 525 Kmq ad una con una struttura ogni 143 Kmq (Padova) o ogni 149 Kmq (Verona) o 154 (Venezia). Quindi un rapporto territorio/numero di ospedali invertito e moltiplicato quasi quattro volte. Allora, dove e come saranno affrontati i tagli previsti ? Abbiamo una popolazione over 65 di circa trentamila unità su una popolazione sanitaria di 213.000 unità. E tuttavia si continuano a finanziare sprechi e a sotto finanziare strutture virtuose come le nostre, Feltre in particolare.

Negli ultimi anni gli unici interventi regionali sul sistema sono stati ritocchi realizzati con atti amministrativi e non frutto di una programmazione organica. E nessuno ci spiega come mai alcune UTAP non sono mai decollate, nonostante i finanziamenti, a differenza di quella della ULSS 2 che invece funziona egregiamente. L’esito della revisione dei costi sanitari non può tradursi in una mera riduzione dei posti letto, ma deve essere il risultato tra appropriatezza nell’uso delle risorse e garanzia di un servizio adeguate alle esigenze territoriali. E quindi servono denominatori trasparenti a cui riferirsi per una distribuzione equa dei servizi nel territorio, la dimensione delle strutture, la distanza, la garanzia di copertura del territorio stesso, avendo forte attenzione alla specificità, in particolare alla popolazione over 65, come detto prima.

FABRICA2010 pensa che questa sia la discussione che i nostri rappresentanti in Consiglio Regionale devono affrontare, frutto di una maturazione politica e non di una divisione o peggio ancora supremazia di una parte della Provincia rispetto ad un’altra. E soprattutto su questi temi dovrebbero marciare uniti, nella consapevolezza che la gente premierà il loro impegno e non tanto la loro appartenenza politica.