DOCUMENTO DI RIFLESSIONE

Noi che l'amiamo spesso non la vediamo.

Noi che vi siamo nati, o dal suo grembo discendiamo, abbiamo la presunzione di conoscerla.

E invece non è così “

INVITO A FELTRE

per un nuovo rinascimento


Noi che l'amiamo spesso non la vediamo.

Noi che vi siamo nati, o dal suo grembo discendiamo, abbiamo la presunzione di conoscerla.

E invece non è così “


Ferruccio De Bortoli, grande giornalista italiano di origini bellunesi, inizia con queste parole la sua prefazione al libro “Feltre” di Tita Rossi.

Sono parole che possiamo farle nostre, di noi feltrini, che viviamo la città così com'è ora, nell'anno 2011.

Una città di provincia con un passato importante raccolto nel suo Centro Storico che ha animato numerose pubblicazioni, tutte coinvolgenti ed emozionanti incentrate, con tagli diversi, sulla storia passata. Una ricerca curiosa e a volte nostalgica di un passato che non c'è più come se il presente non ci soddisfacesse e non avesse più la capacità di emozionare.

Se si ascolta la memoria possiamo dire che non sono passati molti anni da quando nella città c'erano i lavatoi pubblici e si andava nelle fontane a bere e a prendere l'acqua con il secchio di alluminio eppure ci pare un mondo lontanissimo.

Lontane sono anche le voci delle vecchie contrade con i loquaci comarò che scandivano i tempi e le abitudini della gente. Richiami di una socialità ricca nella povertà di mezzi.

I rumori, alle volte assordanti, del progresso hanno ora cancellato quelle voci, ma l'uomo è sempre lo stesso con i suoi sentimenti e le sue paure e con la voglia di andare avanti, di costruire il futuro.

Le città e i territori sono i contenitori del nostro futuro.

Ci viviamo, ci lavoriamo e possono darci ancora la capacità di provare emozioni anche se la trasformazione è stata epocale e, al suono delle voci, abbiamo sostituito le urla e i rumori del traffico della cosiddetta civiltà.

Alla serenità dei nostri vecchi abbiamo sostituito il disordine di una crescita ancora non bene definita che molte volte è contro natura e quindi contro noi stessi e che, nella sua discontinuità, è spesso fragile.

La generazione che ha vissuto le fasi della trasformazione e ricorda il cambiamento e ha partecipato alla sua realizzazione, deve rimettersi a pensare cosa fare per ricostruire i luoghi in cui viviamo.

Dobbiamo fare i comarò con le nuove generazioni e capire se le visioni coincidono.

Sono i nostri giovani che ci chiedono questo, che ci offrono le loro iniziative, che vogliono vivere con una carica umana alle volte diversa dalla nostra, ma figlia del loro tempo.

Se si vuole costruire non si può ripiegare su quel che fummo, su come si viveva nei tempi passati, bisogna creare le Visioni e trovare la forza per realizzarle.


Il premio Nobel Paul J. Crutzen ci dice che siamo nell' Antropocene: l'era in cui è l'uomo a creare il il proprio futuro e condizionare l' ambiente in cui vive.

Viviamo in un mondo antropizzato dove la finanza la fa da padrona creando e disfando, a seconda del proprio interesse economico, situazioni vitali per l'intera comunità che non sa più cosa fare e dove ricoverare i frutti del suo lavoro che servono per una serena vecchiaia.

Viviamo in un mondo antropizzato dove l'uomo cerca di difendere il proprio lavoro e si smarrisce in un mare di norme incomprensibili destinate a rendere conflittuale qualsiasi rapporto con gli innumerevoli organismi che, alla fine, decidono per lui.

Mai come in questo momento il territorio e le città hanno bisogno di Politica.

L'ambiente, il lavoro, lo sviluppo sostenibile hanno bisogno di Politica.




Giovanelli, Di Bella e Coizet nel loro libro “L'Ambiente Condiviso” indicano quali sono le Politiche Territoriali che oggi serve praticare, se vogliamo raggiungere una buona qualità di vita.

Ci dicono che la questione dello sviluppo sostenibile delle città è cambiata radicalmente passando dall'attenzione protezionistica all'attenzione per uno sviluppo consono e proprio dei singoli territori che non sono mai eguali, perchè diverse sono state le propulsioni economiche che hanno determinato la loro crescita.

Ora c'è bisogno di dialogo nel rispetto dei diritti e delle aspettative che ognuno di noi si è creato. Tutti dobbiamo essere consapevoli che solo attraverso il dialogo è possibile concertare uno sviluppo etico capace di generare interesse anche tra chi ha e chi non ha.

La mediazione del bene comune deve essere rispettosa dei livelli di influenza economica e non portare invidia di posizione che serve solo ad alimentare scontri il più delle volte ideologici e di natura meramente protezionistica.

Tutte le teorie dello sviluppo sostenibile ci indicano che dobbiamo ”....scioglierci nella società e nella economia di cui reclamiamo il cambiamento e trovare una piena integrazione nella Politica intesa come garanzia di rappresentatività e di democrazia nella distribuzione delle risorse, naturali ed artificiali che siano.” (Ambiente Condiviso- saggistica - Edizioni Ambiente)


Giovanelli, Di Bella e Coizet ci dicono che “.... lo sviluppo sostenibile è fondato su tre pilastri: sviluppo economico, equità sociale e protezione ambientale per garantire l'interazione e l'equilibrio tra i quali ne manca un quarto: il pilastro istituzionale.”

Ci vuole “....una forte leadership politica che consenta alla dialettica della democrazia di correggere lo squilibrio tuttora esistente nell'approccio ai tre pilastri fondamentali della democrazia.”


Queste brevi riflessioni fatte in premessa sono a cappello di un lavoro programmatico iniziato a corredo della stesura del programma per le elezioni amministrative del 2007, che hanno portato al rinnovo del Consiglio Comunale della città di Feltre.

Molte erano le speranze. Purtroppo non c'è stata la capacità di costruire il quarto pilastro e la casa non si costruisce con sole tre mura.

Non si è costruita la partecipazione nè dentro nè fuori il palazzo comunale.

C'era a disposizione la cassetta degli attrezzi per costruire il cambiamento, ma non è stata nemmeno aperta.


Desidero però tornare alle riflessioni fatte. Possono essere giuste o non giuste, meritevoli di attenzione oppure da non considerare, ma sono frutto di un bisogno di comunicare una “VISIONE” di città possibile che possa coniugare il suo passato importante con un futuro che, se in parte è stato mal disegnato, può ancora essere ripensato e proposto al giudizio della collettività la quale deve decidere cosa fare di Feltre e quale sviluppo dare al proprio territorio.


Se mettiamo tre feltrini assieme e li facciamo parlare della loro città quasi sicuramente diranno:

...............aven pers el treno...........con un centro storico come el nostro se podea incrementare il turismo e diventare meglio di Asolo e di Bassano.........si però bisogna togliere le macchine dal centro............... bisogna educare gli abitanti del centro storico a portare pazienza se alla sera i fa spettacolo e bacan..............con la crisi che ghe n'è, è inutile pensar de cambiar le cose...............siamo condannati alla desertificazione.......sen noialtri feltrini fatti male e non soporten i cambiamenti........chi che amministra i e sempre quei..................dobbiamo mandarli a casa ..............si però non c'è nessuno che li sostituisca........per cambiare bisogna convincere Tizio a fare il sindaco......no lui non accetterà mai è un dirigente di azienda bravo e senz'altro non va a sputtanarse................. sono i partiti che rovinano tutto............no ghe ne pi i politici de una volta........ c'è troppa invidia.....la città non offre niente ai giovani....... varda Bassano è piena di gente............qua i sera le fabbriche e non si trova più lavoro...........le uniche industrie sono l'ospedale e la vecchia metallurgica......basta parlare di queste cose tanto non cambia niente..... Andiamo a prendere un caffè al Commercio!

Con dialoghi di questo tipo è difficile parlare di Seduzione, Visione, Sviluppo, Aspettative.

Bisogna, però, trovare il coraggio di farlo; aprire la cassetta degli attrezzi ed iniziare a lavorare assieme con convinzione cominciando con il creare la partecipazione dei cittadini al trattamento delle questioni politiche legate allo sviluppo della città.


Per una nuova politica partecipativa

da fare con chi ha voglia di discutere, ascoltare, pensare, fare, ma anche studiare.


Una dimensione locale come il Comune è tanto più capace di attuare un'etica distribuzione delle risorse, se riesce a fare rete nel suo territorio ed allargare la base di partecipazione e decisione.

Come si sa la città è il luogo dove la convivenza e la interazione sociale possono trovare misure ed interventi per redistribuire ricchezza che appartiene al territorio e alla collettività, nel rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione.

E' pertanto un diritto-dovere della comunità partecipare alla vita politica e conoscere le strategie di attuazione dello sviluppo economico del territorio.

La costituzione di Comitati di Partecipazione Popolare rappresenta un importante strumento di collegamento tra i cittadini e l'Amministrazione, un luogo di partecipazione alla vita democratica e di costruzione della coesione sociale e del senso civico.


Allegato “A”

regolamento di costituzione dei comitati di partecipazione popolare

(Giancarlo Vettorel , Gino Piolo - gruppo consigliare Feltre verso l'Europa)



Proposte di progetti di sviluppo


In un periodo di forte crisi economica dove tutte le attività di sviluppo portano ad azioni sostenibili, dove incombe la necessità di creare posti di lavoro duraturi, è importante, a mio avviso, porre l'attenzione su progetti fortemente calati sulla specificità del territorio considerato come “area vasta”.

L'atto programmatorio di riferimento attualmente a disposizione è Il Piano di Sviluppo Strategico della città di Feltre che offre importanti spunti di riflessione anche per la definizione del processo di pianificazione strategica.

In particolare suggerisce di tenere in considerazione i seguenti punti:


Sviluppo integrato del territorio (fonte piano strategico)

Il tessuto economico produttivo sta velocemente cambiando; il settore turistico e, di conseguenza,

le attività commerciali connesse sono elementi di forte valenza per lo sviluppo futuro della città di Feltre.

Per ottenere questo obiettivo è necessario mantenere (o riportare) il territorio ad una elevata

qualità ambientale, valorizzando e creando nuovi modi di fruibilità.

E' necessario legare Feltre al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi quale status simbolo di appartenenza ambientale.


Consolidamento e rafforzamento del sistema dei servizi (fonte piano strategico)

Il ruolo di Feltre quale centro urbano di riferimento di un territorio vasto, si realizza soprattutto

con un'offerta elevata di servizi. E’ quindi indispensabile fornire ai "centri" di servizio un alto

“rango” e il massimo grado di visibilità ed efficienza.




Riorganizzazione e potenziamento delle attività produttive e formative (fonte piano strategico)

L'evoluzione in atto del sistema produttivo assegna al Feltrino sempre meno importanza nel settore industriale e sempre più importanza in quello artigianale, per il quale esiste una buona tradizione, e in quello dei servizi.

Le attività collegate all'industria sono sottoposte a pressioni negative, perciò il mantenimento dei livelli occupazionali è il massimo obiettivo proponibile.

Il turismo potrà invece riservare ambiti di crescita. E' necessario quindi programmare la localizzazione di strutture ricettive in grado di soddisfare una domanda crescente, come di strutture di servizio atte a stimolarla (auditorium, centro congressi, teatro, cinema; musei, strutture per mostre).

L’università poi va vista più come volano di nuove attività che come risposta al fabbisogno formativo locale.


Casi di studio per uno sviluppo sostenibile


Settore commercio


CENTRO COMMERCIALE NATURALE – una opportunità per la città -


E' ormai ampiamente diffuso il concetto di centri città come “naturale” centro commerciale privilegiato

La letteratura di settore con il termine “Centro Commerciale Naturale” indica:


“ una rinnovata organizzazione degli esercizi commerciali, dell'artigianato e dei servizi, capace di generare nell'insieme maggiore interesse alla visita, all'acquisto, all'uso degli spazi e dei servizi che la città può offrire ai residenti e agli ospiti.

Il Centro Commerciale Naturale è dunque la forma più moderna ed evoluta di considerare piazze e strade storicamente caratterizzate dalla presenza di negozi, esercizi dell'artigianato, servizi, bar e ristoranti, attività per il tempo libero, all'interno di una struttura che assume una organizzazione simile a quella di un centro commerciale vero e proprio, ma a cielo aperto.”


L'allegata proposta (all. C) di riqualificazione e sviluppo della rete commerciale esistente della città, dà degli indirizzi generali e volutamente non entra nel dettaglio in quanto la sua realizzazione si fonda sul coinvolgimento di tutti i soggetti interessati al progetto, con ruolo significativo dell'Ente pubblico locale, ai quali è data la possibilità di riappropriarsi di una dimensione nuova e più accogliente di abitare e vivere la città.


La conformazione del centro cittadino, costituita da un nucleo centrale, identificato dalla cittadella entro le mura, e dalla città consolidata, con le sue vie vocate alla produzione delle attività commerciali, artigianali e di servizio, si prestano molto allo sviluppo della formula del “Centro Commerciale Naturale.”


Nella costruzione della “Visione” del Centro Commerciale Naturale integrato alla città, sono importanti :

i singoli negozi, le medie e grandi strutture di richiamo, la qualità della merce, la diversificazione dei prodotti, la professionalità della vendita, la vicinanza di altri negozi, i mercati, i bar, i ristoranti, i servizi in genere (pulizia delle strade, raccolta rifiuti, servizio d'ordine ecc.) l'accessibilità al centro commerciale naturale e al centro storico collegato (servizio di trasporto pubblico urbano, i collegamenti con le frazioni, la stazione ferroviaria e autocorriere, i parcheggi di attestamento al centro commerciale urbano ecc.) le iniziative turistiche e promozionali, gli eventi culturali, la fruizione del patrimonio storico-architettonico, il patrimonio museale, le mostre evento, gli eventi sportivi integrati e la rete delle associazioni e del volontariato.

Allegato “B”

strategie di progetto della qualificazione della rete commercialedella città diFeltre (relazione finale presentata da Gino Piolo (Feltre verso l'Europa) al termine del lavoro della Commissione di valutazione fattibilità per il Centro Commerciale Naturale composta da: ass. Ennio Trento - consiglieri comunali Faoro Ezio, Pellencin Aldo, Gino Piolo(Feltre verso l'Europa) – ASCOM – Unione Artigiani - APPIA)


Allegato “C”

proposta di costituzione del Centro Commerciale Naturale

Gino Piolo (Feltre verso l'Europa)


Settore turistico


il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi”

(Marcel Proust)


Il Turismo d'oggi e in modo particolare il Turismo Sostenibile e Responsabile, esprime un bisogno di conoscenza l'uno (residente) dell'altro (visitatore) che va appagato in aree e territori in linea con le proprie radici storiche: un sistema turistico in competizione e nello stesso tempo in cooperazione interregionale e transfrontaliera in cui il turista si muove in rete liberamente senza l'ausilio del tour operetors.

Nel confronto tra associazioni chiamate a dare un contributo alla stesura del Piano Strategico si è parlato che Feltre ha bisogno di un turismo rapportato ad un target alto capace di apprezzare l'alta cultura che la città può trasmettere.

A mio avviso, invece , bisogna parlare di sviluppo di turismo sostenibile e responsabile.


L'Associazione Italiana del Turismo Responsabile adotta la seguente definizione:


Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell'ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori."



La base del cambiamento, dunque, è costituita dal territorio per il territorio.

Di conseguenza si tratta di uno sviluppo che si definisce anche sostenibile perchè è in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri e che risponde ai seguenti principi:

Equità perchè garantisce uguali possibilità per le generazioni attuali e quelle future.

Integrità perchè preserva qualità e quantità delle risorse naturali.

Responsabilità perchè suscita l'impegno di tutti.



Feltre e il suo territorio si prestano ad offrire questo tipo di turismo. Esso rappresenta la formula giusta per il rilancio del patrimonio ambientale che, per nostra fortuna, le passate generazioni hanno preservato e che è l'unico mezzo atto a sviluppare i nostri centri frazionali i quali possono diventare un volano indispensabile per una ricaduta economica su tutto il territorio.



Vivere questo tipo di turismo significa anche proporre una qualità ricettiva rispettosa dei principi enunciati, capace di offrire ospitalità di campagna (ambito frazionale), ospitalità emozionale (centro storico), ospitalità itinerante (culturale, ambientale, enogastronomica)

Proposte ed Azioni

Andar per Eventi

attraverso mostre d'arte in sede fissa, concerti, teatro La Sena, Palio di Feltre, Mostra dell'artigianato, manifestazioni sportive


Andar per i Sapori

attraverso malghe, trattorie, agriturismo, centri di acquisto e degustazione di prodotti tipici, cene del palio, sagre


Andar per il Sapere

attraverso musei, università, convegni, e azioni di promozione di scrittori, pittori feltrini e personaggi protagonisti della storia feltrina,


Andar per l'Ospitalità

attraverso l'albergo diffuso del centro storico e delle frazioni, bed and breakfast, ostelli, camere private, centri spirituali


Andar per il Territorio

attraverso il Parco delle Dolomiti, le 67 ville, i borghi, i prati e boschi, i sentieri, le montagne, le valli e i 180 manufatti testimoniali

Nell'andar per il territorio è determinante:

  • il ruolo delle frazioni che devono riscoprire la vocazione di “Centri di Socializzazione Ambientale” attraverso la cultura dell'ospitalità, del benessere fisico (percorsi di camminate, bicicletta ecc.) e del godimento dell'ambiente agreste e di montagna.

  • la costituzione dei “Distretti Rurali Frazionali” con l'apporto delle aziende agricole esistenti e lo sviluppo di sinergie con i borghi alpini transfrontalieri conformemente agli obiettivi prefissati dalla Convenzione delle Alpi

  • la costruzione di una piazza per ogni frazione per socializzare e godere con gli ospiti spettacoli ed eventi culturali programmati in sinergia con il Centro Storico Cittadino


Andar per Chiese e Santi

attraverso i percorsi del pellegrino, la storia della vecchia Diocesi di Feltre, i Santuari e le 80 chiese del territorio feltrino.

Gemellaggio Feltre – Praga nella devozione dei Santi Martiri Vittore e Corona


La Città storica


Un percorso d'arte che si snoda lungo le vie del centro storico raccolto tra le vecchie mura e segnato da vestigia, quinte architettoniche, spazi aperti, scorci di sole e tanta storia, cultura e spiritualità al quale si accede principalmente attraverso Porta Imperiale, Porta Pusterna e Porta Oria.

Palazzi importanti pubblici e privati con facciate dipinte ad affresco e grafiti, ricostruiti, dopo la distruzione di Feltre del 1510, attorno a chiese, piazze, teatro, castello uniti in un unico patrimonio di mirabile composizione architettonica che evoca antiche socialità ancora vive e percepibili per il

visitatore della città vecchia.





I siti museali


Galleria d'arte moderna e del ferro battuto e vetri veneziani intitolata a Carlo Rizzarda

Museo civico in Palazzo dal Covolo

Museo d'Arte Sacra in palazzo Vescovado Vecchio

Scavi romani Cattedrale di san Pietro


Nella prospettiva di sviluppo dell'area vasta (territorio Comunità Montana)sono importanti:


  • lo sviluppo dell'itinerario turistico della Via Claudia Augusta

  • le sinergie turistiche legate al bacino del lago del Corlo in comune di Arsiè, al massiccio del Grappa (monumento Ossario), alle grotte di San Donato in comune di Lamon

  • lo sviluppo turistico delle nostre valli: Valle di Lamen, Valle di Seren, Valle di San Martino, Val Facina, Valle del Mis, Valle di Schievenin


L'intero progetto turistico deve essere guidato da una cabina di regia che coordini lo sviluppo delle attività attraverso:


  • il portale interattivo che specifichi l'offerta, produca immagini del territorio, disponga in rete le attività ricettive

  • tabelle segnaletiche dei percorsi e bacheche informative disposte all'interno del Centro Commerciale Naturale e nelle zone a Park

  • punti di accoglienza e d'informazione con la presenza di esperti facilitino l'organizzazione di visite guidate alla città e al territorio

  • accordo organizzativo con i Comuni limitrofi interessati al progetto

  • marchi e logo uniformi per una immagine coordinata



Allegato “D”

proposta Albergo Diffuso

Gino Piolo (Feltre verso l'Europa)


Attività manifatturiera


Nella definizione della Strategia Europa 2020, la Commissione europea dà una precisa indicazione sul significato della priorità "Crescita sostenibile":

"crescita sostenibile significa costruire un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile e competitiva, sfruttare il ruolo guida dell'Europa per sviluppare nuovi processi e tecnologie, comprese le tecnologie verdi, accelerare la diffusione delle reti intelligenti che utilizzano le Tecnologie d' Informazione e Telecomunicazione (ICT), sfruttare le reti su scala europea e aumentare i vantaggi competitivi delle nostre imprese, specie per quanto riguarda l'industria manifatturiera e le Piccole Medie Imprese (PMI), e fornire assistenza ai consumatori per valutare l'efficienza sotto il profilo delle risorse. In tal modo si favorirà la prosperità dell'UE in un mondo a basse emissioni di carbonio e con risorse vincolate, evitando al tempo stesso il degrado ambientale, la perdita di biodiversità e l'uso non sostenibile delle risorse e rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale"


Detta definizione è riportata anche nel Rapporto Statistico 2011 della Regione Veneto riguardante lo sviluppo sostenibile che richiama anche le aziende ad un comportamento responsabile per infondere fiducia nell'economia di mercato attraverso l' individuazione di precise strategie d'investimento e occupazione.


Quale la soluzione? La risposta riportata nel rapporto della Regione Veneto è: “green economy".


La "green economy" è infatti “ ........un modello di sviluppo che si concentra sulla creazione di posti di lavoro, la promozione della crescita economica sostenibile, la prevenzione dell'inquinamento ambientale e del riscaldamento globale mediante un uso efficiente delle risorse naturali e non a disposizione. Parte integrante della "green economy" sono quegli elementi dei settori economici tradizionali che puntano a diminuire i propri usi energetici da fonti d'energia tradizionali, al fine di ridurre le emissioni di gas a effetto serra nella biosfera.”
Il rapporto ci dice anche che “..... è venuto il momento di pensare in piccolo attraverso la valorizzazione delle PMI e del loro potenziale di crescita, di innovazione e di creazione di posti di lavoro.”


Ulteriore modello di sviluppo economico e d'impresa da promuovere per Feltre e il suo territorio, è il settore della Bioedilizia e del recupero energetico dei palazzi storici. In questo senso diventa priorità per il Comune l'adesione al Metadistretto della Bioedilizia e al Metadistretto Veneto deiBeni Culturali, che si propone di definire con quali modalità sia possibile intervenire sull’edilizia storica secondo criteri di efficienza energetica, di sostenibilità ambientale e di benessere e salubrità.

Entrambi i distretti sono partecipati da Enti pubblici, associazioni di categoria, imprese, studi professionali e partners internazionali.

Il Protocollo d’Intesa siglato tra i due Metadistretti e la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto è attivo e consente la condivisione dei contenuti operativi specificati nel documento “Linee Guida”


Azioni:

  • Adesione e promozione dei Metadistretti della bioedilizia e della edilizia storica

  • Integrazione del Regolamento Edilizio Comunale con il capitolo riguardante l'edilizia sostenibile e il risparmio energetico, recependo quanto contenuto nel “Protocollo ITACA”

  • Promozione di rete d'impresa e di marchi territoriali di qualità

  • Sostegno ai processi di innovazione tecnologica per favorire la diffusione dei casi di eccellenza attraverso benefici fiscali

  • Sostegno e promozione per interventi di tutela ambientale e per l'utilizzo di energie alternative da attivare attraverso le società ESCO che s'impegnano ad eseguire i lavori rientrando del capitale investito con il “conto energia”

  • Scambi “modelli” e “buone prassi” tra operatori locali e operatori province confinanti e transfrontaliere ( già verificata la disponibilità della provincia di BZ e TN a fronte della presentazione di progetti concreti)



Progetto filiera corta “foresta – legno - energia


Attraverso :

  • La redazione del Piano Comunale di Efficienza Energetica relativo alle utenze pubbliche e per censire il flusso delle fonti energetiche presenti sul territorio, al fine di costituire un quadro di riferimento per la costruzione della filiera corta bioenergetica.


  • La realizzazione e la gestione organizzata di una o più centrali a biomassa per la produzione di energia elettrica e termica nella forma del Teleriscaldamento per il risparmio energetico negli edifici pubblici, nelle scuole, nell'illuminazione delle strade e dei parcheggi e nella segnaletica pubblica del Centro Commerciale Naturale.



Elementi cardine del progetto:


  • Ambiente : miglioramento dell'efficienza energetica e contribuzione al soddisfacimento degli obiettivi dell'Unione Europea in termini di risparmio di energia primaria, fonti rinnovabili e riduzione gas effetto serra. Manutenzione boschiva e territoriale

  • Sviluppo economia sostenibile: creazione di nuove imprese per l'approvvigionamento del combustibile legnoso locale derivante dai boschi, dal mondo agricolo e dalla manutenzione del verde urbano; incremento del valore dei sottoprodotti forestali ed agricoli



allegato “E”

progetto realizzazione impianto di teleriscaldamento della città di Feltre

(redatto da: Fa Progetti-ing. Favero Associati - Possagno (TV) e Centro Studi Guerrato SPA -

Rovigo)



Il Patto dei Sindaci


E' unanimamente riconosciuto che il Comune è l'Ente Locale più vicino ai cittadini; elabora le linee guida delle politiche dello sviluppo del territorio, coopera con i comuni confinanti e si approccia agli Enti programmatori superiori.

E', pertanto, l'organismo deputato a promuovere e guidare con una politica partecipata un nuovo modello di sviluppo che, data la posizione geografica della città di Feltre e la sua storia mitteleuropea, non può, a mio avviso, che rapportarsi all'area montana transfrontaliera e alla Convenzione delle Alpi già sottoscritta dalla Provincia di Belluno

Con queste considerazioni e in un quadro di consapevolezza che ormai i tempi sono maturi per imboccare la strada dello sviluppo sostenibile e che la stragrande maggioranza dei cittadini vogliono vivere in un ambiente capace di promuovere una elevata qualità di vita, si inserisce, quale strumento indispensabile, il “ PATTO DEI SINDACI “


Con la dichiarata volontà di raggiungere nel 2020 gli obiettivi prefissati dalla programmazione europea denominati 20-20-20 ( riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990; aumento del 20% della quota di utilizzo delle energie rinnovabili; riduzione del 20% del consumo generale di energie attraverso misure di risparmio energetico) che sono norme vincolanti, il comune di Feltre, sottoscrivendo il Patto dei Sindaci s'impegna ,attraverso politiche e Piani di Azione, a rispettare il futuro della propria comunità nel rispetto di un territorio che fortunatamente presenta eccellenze ambientali.

L'essere firmatario del “Patto dei Sindaci” è sicuramente un elemento di “discriminazione positiva” e dal punto di vista politico per la Commissione Europea è elemento valido per meglio promuovere, tramite strumenti finanziari, i comuni firmatari che, nel contempo, stendono anche il Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (PAES) quale, motivazione di un impegno preciso.


Allegato “F”

patto dei Sindaci


Allegato “G”

fax simile di delibera di adesione al patto dei sindaci

(consulenza: Dott.ssa Angelisa Tormena Consorzio Sviluppo della Bioedilizia (TV)




Finanziamenti europei


Nella ricerca di finanziamenti europei è importante conoscere le linee programmatiche dell'Unione Europea in termini di disponibilità di risorse finanziarie.

E' impensabile costruire un progetto e richiedere il finanziamento senza svolgere preventivamente una ricerca mirata dei finanziamenti comunitari più appropriati.

Attualmente ci sono opportunità di finanziamenti di progetti inerenti la promozione dell'arte, della cultura e del turismo e, in questo settore, Feltre può diventare leader a valenza regionale e anche interregionale.



Allegato “H”

progetto culturale e turistico integrato.

( Linee programmatiche redatte nell'ottobre 2010 per la città di Feltre dal Prof. Mario Del Bello consulente valutatore ministeriale ed europeo )


Il progetto allegato H chiede che “.............il Comune di Feltre si ponga l’obbiettivo di essere interlocutore privilegiato degli Enti pubblici regionali e provinciali, divenendo leader turistico-culturaledi un progetto integrato tra Musica, Pittura, Scultura, Fotografia, Beni librari ed archivistici, ecc.., nei luoghi di proprio interesse, proponendo una serie di eventi culturali (che si integrino pienamente con l’attività di promozione) che possano essere punto di incontro e di scambio intellettuale (ma non solo) di almeno cinque Paesi comunitari (di cui strategicamente almeno due di area mitteleuropea) e di altri di Continenti diversi e che servano da volano per la promozione del territorio oltre che per un allargamento del proprio mercato inteso nell’accezione più ampia del termine. In qualità di leader organizzativo ed artistico più in generale, il Comune potrà/dovrà proporre un financial project che veda compartecipi e coorganizzatori soggetti pubblicieprivatipotendo in tal modo


  • Diversificare e garantire le entrate finanziarie (sistema dei vasi comunicanti) sia per le proprie attività culturali, museali e turistiche che per la ristrutturazione funzionale degli edifici interni alle Mura.

  • Divenire attuatore di piani culturali pluridisciplinari a partecipazione pubblica e privata.

  • Rendere strategicamente rispondenti alle suddette finalità gli investimenti infrastrutturali (tecnologicicamente ed ecologicamente compatibili) necessari per la valorizzazione dell’intera “Città murata”in chiave assolutamente internazionale quale “emporium”dell’ingegno e della creatività.

  • Porsi come interlocutore privilegiato/capofila delle realtà consimili estere per lo sviluppo dell’emporium e per la realizzazione della rete di promozione turistico-culturale integrata dei territori di competenza di coloro che saranno invitati/chiamati a partecipare al progetto internazionale.....................”







Educazione alla partecipazione allo sviluppo sostenibile


A seguito di una corretta pianificazione strategica, la Pubblica Amministrazione deve programmare e controllare la realizzazione di interventi di ordinaria manutenzione del territorio. Essi risultano fondamentali in vista di una risposta alle prime necessità di una comunità, inoltre presuppongono quel miglioramento della qualità della vita che prelude alla disponibilità del cittadino a partecipare allo sviluppo sostenibile.


Quindi, in presenza di un ambiente dignitoso senza buchi nelle strade, con vie pulite, spazi liberi e sicuri, diventa naturale il desiderio della gente di promuovere e ricercare nuovi stimoli per migliorare il proprio status sociale ed economico.


La sostenibilità si costruisce solo attraverso la partecipazione, il dialogo, il confronto.

E' necessario costruire dei laboratori in cui analizzare, inventare, costruire progetti attraverso la partecipazione per passare dalla educazione ambientale alla educazione allo sviluppo sostenibile.

Queste importanti azioni vanno guidate attraverso i metodi di Agenda21 con la creazione di gruppi di lavoro a tema specifico coinvolgendo tutti gli attori sociali. In questo modo si ricompone anche una socialità ormai quasi persa recuperando, nelle discussioni di gruppo, rapporti legati alla famiglia e alle istituzioni.

Sono azioni necessarie e propedeutiche a tutti i progetti che si riconducono alla Sostenibilità Partecipativa

Su iniziativa del gruppo Consigliare “Feltre verso l'Europa” il Consiglio Comunale in data 25/02/2008 ha aderito alla Carta di Aalborg sottoscrivendo di fatto l'impegno ad attivare piani locali d'azione per un modello di sviluppo sostenibile.

Purtroppo scelte diverse hanno poi disatteso l'impegno.


Allegato “I”

Carta di Aalborg (allegata alla delibera consigliare del 25/02/2008)



Opportunità


L'attuale crisi economica e i modesti trasferimenti dello stato che rendono la vita difficile a tutti e in particolare agli Enti Locali, gravati ulteriormente dal rispetto del Patto di Stabilità che, voluto e stipulato dai paesi membri dell'Unione Europea a controllo delle rispettive politiche di bilancio, a lungo andare, ha fallito l'obiettivo prefissato della crescita, obbliga l'amministratore pubblico a darsi da fare per strade alternative.

Ho letto da qualche parte che il sindaco di un comune veneto ha dichiarato in una intervista “..... una volta quando mi vedevano uscire dalla porta del comune a braccetto di un imprenditore, la gente pensava subito all'intrallazzo e correva a denunciare il fatto alla questura, ora se mi vedono uscire dalla porta del comune da solo mi dicono che non sono capace di coltivare relazioni utili. “


L'istituzione dell'Accordo di Programma e della politica partecipativa hanno pianificato e reso trasparenti i rapporti tra il pubblico e il privato rendendo possibile la realizzazione di opere pubbliche, necessarie alla comunità, che altrimenti l'Ente Pubblico con le sue solo forze economiche non è più in grado di realizzare.

Ritengo giusto e auspicabile un concerto di azioni tra il pubblico e il privato che, nel rispetto dei giusti interessi dei singoli, porti a una comunione di idee e di progetti utili a realizzare un equo sviluppo sociale finalizzato in primis alla realizzazione del beneficio pubblico.


Gli interventi con la formula citata precedentemente “ dal territorio per il territorio” si costruiscono attraverso patti di parità imprenditoriale dove l'azienda imprenditrice ha facoltà di sviluppo in un'ottica di restituzione al territorio di benefici comunitari calcolati sia in termini di lavoro sia in termini di equità sociale.


Conclusioni


Le deleghe conferitemi dal sindaco in materia di studio e promozione delle energie rinnovabili, dello sviluppo turistico con la formula dell'Albergo Diffuso e la tenuta delle relazioni con la città di Praga per l'organizzazione dell'evento giubilare dei Santi Patroni della città di Feltre Vittore e Corona, mi hanno fatto riscoprire le enormi potenzialità della città la quale, oltre alle sue insite qualità, esprime anche un volontariato di grande professionalità e dedizione che può diventare l'anima propulsiva di molte iniziative legate allo sviluppo sostenibile e partecipativo.


Noi che l'amiamo spesso non la vediamo.

Noi che vi siamo nati, o dal suo grembo discendiamo, abbiamo la presunzione di conoscerla.

E invece non è così “


In fase conclusiva di questo lavoro di proposte in buona parte disattese da una amministrazione senza leaderschip politica, le parole di Feruccio De Bortoli, possono essere interpretate come un invito alla conoscenza, alla ricerca e riscoperta delle emozioni perdute.

Dimentichiamo le occasioni perse, anche se sono tante, e speriamo nella futura buona politica

Cerchiamo di non indignarci della situazione presente, dato che non serve a niente, piuttosto appassioniamoci alle sfide che il presente ci obbliga a superare per alimentare, attraverso una realistica Visone, le speranze dei cittadini.

Progetti concreti possono costruire un nuovo rinascimento per una città che deve diventare una rete socializzante, viva e vitale, sicura e non inquinata, in cui i cittadini sono attori protagonisti e non solo meri residenti.


Le origini di Feltre si perdono nell'antichità. A noi spetta l'obbligo di proseguire nel cammino futuro.


Allora quale futuro per Feltre?


A mio avviso dobbiamo puntare a creare una città a misura d'uomo, a vocazione sociale, rispettosa dell'ambiente che la circonda e dello stato urbano che va preservato ed arricchito da interventi di riqualificazione non invasivi e soprattutto funzionali ad una crescita di attività sostenibili.


Principalmente:

  • costruire rispettando il livello del protocollo Itaca – Regione Veneto per la valutazione della qualità energetica ed ambientale dell'edificio.

  • Preservare il territorio attraverso una attenta pianificazione urbanistica, quale ambiente alpino e reso il più possibile autosufficiente energeticamente attraverso lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili presenti in loco.

  • Attuare un servizio di mobilità che deve essere gestito dalla rete dei Comuni territoriali istituendo regole che coinvolgano le attuali modalità di trasporto

  • Sviluppo della socialità e dello sport quale elemento fondamentale di crescita educativa attraverso la costituzione di una Polisportiva che curi tutto il settore giovanile, e educhi le generazioni future a comportamenti etici.

  • Produrre sviluppo economico attraverso l'inclusione della socialità partecipativa

  • Redigere, in parallelo agli usuali strumenti di contabilizzazione finanziaria, il bilancio ambientale quale documento di contabilizzazione e misurazione delle performance economiche di natura ambientale.


Insomma Feltre che affida il suo futuro principalmente all'ambiente associato con cultura, turismo, commercio, PMI nella sostenibilità partecipativa e in un'ottica di etica sociale a similitudine delle città del nord Europa.


Non nascondo che si tratta di un progetto ambizioso di lungo respiro ma, come tutte le sfide è entusiasmante.

Chi ha la bontà di visionare questo fascicolo lo consideri come contributo dovuto da parte di un consigliere comunale a chi gli ha dato, con il voto, responsabilità amministrativa.

Come tutte le proposte può essere condiviso o meno.

Sono anche convinto che lo stato di crisi che attanaglia tutta la nostra attività privata e pubblica, si combatte e si può vincere se le comunità locali reagiscono con la consapevolezza che ogni territorio ha una sua particolare specificità che, se conosciuta a fondo, può diventare l'arma vincente per risollevare l'economia locale e di riflesso contribuire, dal basso, a risolvere i gravosi problemi nazionali.

Comunque a me resta il rammarico del mancato confronto, in sede istituzionale, con l'Amministrazione della mia città.

Cinque anni di amministrazione vissuti nella speranza di contribuire a dare un futuro alla città.

Un futuro da costruire restaurando il passato, riflettendo sulla condizione in cui siamo, su quella in cui abbiamo vissuto e su quella che vivremo.

Ci deve essere una memoria nella conduzione della ricerca del futuro, per cogliere l'identità dei luoghi in cui viviamo che va preservata e tramandata attraverso una attenta politica restauratrice del nostro vissuto.

Il vecchio sistema di fare politica non funziona più. E' incapace di dare risposte alle necessità di un presente difficile, rovinato dai grandi interessi di un capitalismo finanziario surreale, che ha prodotto una crisi che ci sta distruggendo e mette in discussione il nostro futuro.

Serve una politica che, ricordando il passato, impegni i giovani a trovare le soluzioni per costruire il loro e il nostro futuro.

I partiti hanno perso la capacità di fare politica e oggi sono delegittimati. Non sono più in grado di restaurare il loro passato. Anche loro sono stati travolti dal capitalismo finanziario che ha eliminato gli ideali per i quali erano nati e a difesa dei quali, molte nobili persone hanno dato la vita.

Queste sono le memorie da ricordare per costruire il futuro con passione.

Siamo noi i chiamati per affrontare questa sfida.

Siamo noi i leader del futuro, quelli deputati a costruire la squadra che deve scendere in campo per vincere la partita della precarietà della vita civile e morale.

Siamo noi i chiamati a costruire un nuovo rinascimento per cambiare il volto della città senza dimenticare o, peggio ancora, perdere i valori importanti che ci hanno portato fino a qui,oggi.


Gino Piolo

Capogruppo “Feltre verso l'Europa”




WELFARE E SOCIO-SANITARIO

Premessa : quando ragioniamo di welfare e socio-sanitario riferito a Feltre, necessita pensare ad un'azione congiunta e condivisa dalla conferenza dei Sindaci e dalla ULSS riguardante modalità di accesso ai servizi e di presa in carico dei bisogni. A questo fine sarà necessario individuare soluzioni che assicurino la massima disponibilità di servizi e prestazioni, le cui erogazioni dovranno vedere impegnati i diversi Enti presenti nel territorio in una strategia unitaria di governo del sistema feltrino del welfare.

Il sociale si trova a fare i conti con le trasformazioni di una società dove il disagio è in crescita e dove troppo spesso corrisponde una contrazione delle risorse per farvi fronte. I cambiamenti demografici, sociali e culturali avvenuti negli ultimi decenni hanno causato un aumento dei bisogni delle fasce più deboli della popolazione. E la natura di questi bisogni è spesso composita e richiede prestazioni di natura sanitaria e socio-assistenziale che, per assicurare alle persone bisognose prestazioni adeguate, necessita - oltre alle risorse economiche – anche della collaborazione tra i servizi e dell’integrazione tra livelli organizzativi e gestionali delle strutture coinvolte. Il Servizio Sanitario Nazionale afferma il principio dell’integrazione funzionale degli interventi di base sanitari e sociale. L’assistenza socio-sanitaria ha mantenuto l’integrazione come obiettivo e ha definito l’organizzazione dei servizi sul territorio (fra USL e Distretti), le competenze gestionali dei vari livelli istituzionali (Regioni, Province, Comuni, Aziende Sanitarie) e i compiti di programmazione delle Regioni contenute nei piani sanitari regionali. I servizi sociali vanno offerti a livello territoriale sulla base delle aree di utenza (famiglie e minori, anziani, disabili, disagio di adulti, immigrati) e le conseguenti aree di intervento (servizi di supporto, strutture e risorse economiche per farvi fronte) devono quindi coinvolgere i comuni, singolarmente o in forma associata, per quantificare la spesa da erogare. La componente socio-assistenziale degli interventi socio-sanitari ha seguito percorsi differenziati a livello locale. Peraltro proprio localmente si sono incontrate difficoltà che hanno messo a fuoco differenze tra i Comuni nell’erogazione dei servizi socio-assistenziali. A rendere particolarmente difficoltosa l’integrazione tra sociale e sanitario a livello locale ha influito la scarsità di risorse assegnate al settore socio-assistenziale e quindi il riparto dei finanziamenti tra USL e Comuni.

E’ quanto mai necessario rafforzare localmente l’integrazione e il coordinamento tra i servizi socio-assistenziali e le conseguenti azioni. Le difficoltà che incontrano oggi le famiglie, sia quelle di natura economica, ma anche quelle di conciliazione del lavoro con i carichi di educazione e di cura per il processo di invecchiamento della società, richiedono innovazioni a sostegno delle singole persone e dei nuclei familiari, al fine di prevenire e contrastare l’esclusione sociale.

Noi riteniamo opportuno, per quanto possibile, rafforzare : a) l’integrazione e il coordinamento tra i servizi socio-assistenziali; b) le funzioni preposte all’inclusione sociale; c) le azioni e i servizi per un’integrazione rapida e completa dei vari servizi nei confronti delle famiglie. Troppo spesso assistiamo a evidenti sperequazioni e diversità di : modalità di erogazione del servizio, della spesa da sostenere, della formulazione dell’ISEE per l’accesso ai servizi, di impegni del Comune interessato per raggiungere una soddisfacente integrazione dei servizi socio-sanitari. E’ importante questa riflessione, perché la diversa capacità di spesa dei Comuni tende a marcare notevoli differenze tra cittadini dei Comuni contermini con Feltre, ma che fanno riferimento alla medesima ULSS.

Un nuovo modello di integrazione sociosanitaria è l’obiettivo al quale dobbiamo lavorare per sviluppare ulteriormente le potenzialità gestionali di offerta sociale. Si tratta certamente di una complessa prospettiva di lavoro, che ci mette fianco a fianco con i Comuni viciniori con diverso peso e diverse risorse, ma che potranno coniugare alcune competenze di settore per affrontare efficacemente un tema sempre più avvertito dai cittadini.

E’ necessaria una governance, partecipata e condivisa, per innovare veramente in tema di welfare e di stato sociale.

Diventa prioritario ricercare gli strumenti adatti per una migliore integrazione fra Enti per l’ottimizzazione sempre maggiore delle risorse e perseguire altresì una facilitazione nella programmazione degli interventi sociali e socio-sanitari. Vanno colti, favoriti ed incentivati i processi di integrazione tra soggetti pubblici e del privato sociale, che insieme concorrono alla realizzazione delle politiche sociali (Case di Riposo, Asili Nido, ecc.), perché se non percorriamo questa strada molti bisogni personali e familiari rischiano di rimanere senza risposta, pur se in presenza di prestazioni settoriali anche soddisfacenti. Prevalgono ancora, e troppo spesso, logiche individualistiche, nonostante sia chiara la convenienza in termini di quantità, qualità e costi derivata dalla realizzazione e gestione di servizi in ambiti territoriali ottimali. Il Comune di Feltre deve fare la sua parte nella più completa autonomia e nelle sfera delle proprie competenze, trovando forme che possano rendere il più possibile fruttuoso l’impegno riformatore che è necessario mettere in campo.

Ecco perché serve l’integrazione, partendo proprio da Feltre, Comune centrale della vallata Feltrina. Partire cioè dal fatto che i Comuni hanno titolo vero nell’occuparsi di servizi sociali. Ma va anche detto che spesso i Comuni non riescono a fare politiche vere, perché interessati troppo spesso a logiche solo riferite ai propri ambiti territoriali comunali. E così non riescono ad organizzare proficuamente i servizi che debbono operare in dimensione sovra comunale, non indirizzano le poche risorse disponibili su progetti e priorità condivise, ma soprattutto non riescono neanche a definire come considerare in modo unitario le condizioni a cui i cittadini dei diversi Comuni compartecipano nei costi. E quindi attuano un ISEE diverso, come se questo fosse un segno di autonomia e non invece un’ anomalia che determina ingiustizia.

I successi del sistema socio sanitario non sono quindi incentrati solo sulla libertà di scelta o di libero mercato, ma sulla razionalizzazione delle risorse disponibili non in una struttura ma invece nel territorio. Noi pensiamo che il successo di un sistema che presiede alla salute dei cittadini dipenda dalle capacità di fare integrazione fra i diversi attori e i diversi servizi del territorio, tenendo alta l’eccellenza dove c’è e migliorando quelli dove è carente, valorizzando il ruolo del Comune e dei soggetti sociali e del volontariato. Feltre deve diventare il trascinatore di un'idea territoriale.

La consapevolezza che è urgente un cambiamento è matura, anche se a volte indugiamo, per i limiti della politica, per le risorse limitate, per le idee a volte stantie su cosa sia meglio per noi e gli altri. Non serve ripercorre le ragioni e gli effetti della crisi che ci ha investito nell’ultimo periodo, ma vanno ricordate le ricadute in termini di taglio alla spesa pubblica, che hanno aggravato le condizioni di tenuta del sistema, un sistema quello socio-sanitario che mostrava, ancor prima della crisi, i primi seri tentennamenti. E’ infatti evidente il sottofinanziamento che da anni subisce la sanità e, parallelamente al rallentamento della crescita della spesa pubblica, registriamo però un aumento della spesa sanitaria privata a carico delle famiglie, arrivando ad incidere in misura rilevante sui consumi di spesa a carico delle stesse.

Attualmente il sistema di riparto del FSR continua a riprodurre un vecchio schema dove i criteri sono costruiti in base al risultato da ottenere e non per produrre equità di SISTEMA. Si continuano a sotto finanziare strutture virtuose come è il caso della nostra ULSSS. La territorializzazione, per rispondere alle nuove esigenze, richiede allora un nuovo assetto organico, magari anche partendo dall’evoluzione di realtà organizzative già esistenti come ad esempio le UTAP (che a Feltre funziona bene), avendo però la coerenza di dire quali e perché non sono mai decollate nonostante i finanziamenti.

La logica conseguenza del ri-orientamento radicale del modello di offerta che vede centrali i servizi nel territorio è la riorganizzazione della rete ospedaliera, che può così svolgere appieno la propria funzione di cura acuta. L’esito della revisione della dotazione ospedaliera non può, d’altra parte, tradursi in una mera riduzione di posti letto ma deve essere il risultato tra ricerca di appropriatezza nell’uso delle risorse e garanzia di un servizio all’utente adeguato alle esigenze. Per questo obiettivo servono denominatori comuni e trasparenti a cui riferirsi per la distribuzione dei servizi nel territorio, la dimensione delle strutture, la distanza, la garanzia di copertura del territorio stesso avendo forte attenzione alle specificità, in particolare legate alla dispersione e alla densità di popolazione. Perché ciò che stride veramente è la distribuzione dei presidi nel territorio, dove si va da una provincia con una struttura ogni 525 kmq ad una con una struttura ogni 148 kmq. Il rapporto territorio/n. ospedali è invertito e moltiplicato tre volte!

Ecco quindi diventare sempre più attuale la discussione sul riordino della sanità. Razionalizzare e spendere meglio è l’imperativo che dovrà vedere attuazione con il piano socio-sanitario, stante l’esorbitante “buco” della Sanità in Veneto. Ma a Feltre si è fatta – ormai da anni - una buona e attenta gestione delle risorse e rivendichiamo il riconoscimento di questo lavoro.

Detto questo, pensiamo altresì di dover prendere atto che anche la Sanità debba stare al passo con i tempi e che quindi possano anche essere rivisti i modelli organizzativi, ovviamente mantenendo nel contempo offerte di servizio adeguate.

Ecco quello che a noi appare importante :

Le caratteristiche del territorio tutto a carattere montano, la sua estensione, la minore densità di popolazione, la rete viaria insufficiente che determina alti tempi di percorrenza, non consente un raffronto alla pari con le altre ULSS del Veneto e soprattutto non permette un parallelo in termini di costi dei servizi. I numeri, da soli, giocano sempre contro la montagna

La popolazione ha un indice di vecchiaia che risulta essere fra i più (se non il più) elevato del Veneto

Questo scenario impone la priorità di assicurare, a qualsiasi costo, una rete efficiente di servizi minimi essenziali e di garantire un’assistenza domiciliare adeguata, raggiungibile attraverso una alta integrazione socio-sanitaria

È necessario mantenere gli attuali presidi ospedalieri per poter servire una rete in grado di coprire la vastità del territorio

Questo nostro essere territorio montano ci autorizza a rivendicare per la nostra zona un’applicazione di parametri differenziati, per garantire una dignitosa assistenza socio-sanitaria senza sopprimere o ridurre servizi e prestazioni indispensabili.

Non va poi dimenticata la convenzione in atto tra ULSS Feltrina e il Primiero, essenziale sia per gli abitanti che per il consistente turismo di quella zona, che tanti riflessi positivi ha anche per la nostra Comunità


GIOVANI

Una grande attenzione va posta alla crescita dei giovani, che sono il domani della nostra Società. E quindi noi pensiamo che su questo tema sia necessario :

istituire un servizio giovani all'interno del settore sociale del Comune

creare un contenitore a cui ciascun ragazzo/a della città possa attingere per trovare risposte adeguate per un miglioramento della propria vita

far nascere uno staff che aiuti a far maturare scelte consapevoli nei giovani attraverso l'approfondimento di aree tematiche quali :

scuola e formazione

volontariato

viaggi culturali e scambi di conoscenze

cultura e tempo libero

lavoro

affiancarli in un percorso che si pone come obiettivo il rafforzamento delle loro capacità progettuali, attraverso azioni di orientamento alle opportunità offerte dal territorio


Dove svolgere tutto questo ? Recuperando un edificio pubblico dismesso da trasformare in luogo di servizio, con spazi a totale disposizione dei giovani della città di Feltre.